Variante Omicron: le tre verità assolute. Cosa rischia l’Italia?
“La variante Omicron ha la capacità infettare sia persone vaccinate o precedentemente infettate; ovvero le fasce più protette contro le infezioni gravi. Le persone appartenenti a questo gruppo di popolazione con immunità parziale, svilupperanno generalmente sintomi lievi in caso di infezione, mentre la virulenza in coloro che non sono protetti è la stessa delle altre varianti”.
Natalie E. Dean, docente di biostatistica all’Università di Emorys
Caratteristiche variante Omicron – Fact Checking
- Tasso di reinfezione maggiore rispetto alle altre varianti.
- Ha la stessa virulenza della variante delta o è meno aggressiva? Al momento non è possibile rispondere a questa domanda per il numero ridotto di casi.
- In diverse nazioni europee è già in atto una trasmissione comunitaria. In Inghilterra ha già superato il 40% (13% da viaggi, 70% locali e 17 di origine non specificata).
Scenari in Italia e Spagna – Pronostik
La crescita di casi in Spagna e Italia degli ultimi potrebbe essere legata alla diffusione comunitaria della variante Omicron, ma lo scarso sequenziamento di tamponi ci consente solo di fare delle ipotesi. Tuttavia, senza l’applicazione di misure restrittive potrebbe risultare dominante nelle prossime 6-8 settimane.
I ricoveri potrebbero determinare una saturazione di ospedali e sistemi di assistenza primaria. In alcune città, come a Barcellona, gli interventi chirurgici programmati sono stati cancellati.
Perché i vaccini ad mRna funzionano
Tasso di occupazione dei letti in terapia intensiva tra vaccinati e non vaccinati
Le differenze pazienti vaccinati e non vaccinati diventano più evidenti con l’aumentare del numero di infezioni e sono principalmente indicate dal numero di ricoveri in terapia intensiva.
Il tasso di ricoveri in terapia intensiva per fascia d’età è tra nove e 24 volte superiore tra i non vaccinati. La differenza più grande la troviamo nel gruppo di età di 60-79 anni. Mentre il tasso settimanale di ricoveri in terapia intensiva con vaccinazione è di 0,44 per 100.000, il tasso di ricoveri in terapia intensiva senza vaccinazione è di 10,77 per 100.000 – 24 volte superiore.
Nel caso delle infezioni, la differenza è minore, ma anche significativa. Il tasso di infezioni rilevate tra i non vaccinati è fino a sei volte superiore. La differenza più grande è, come prima, nella fascia di età 60-79, dove il tasso di infezione tra i vaccinati è di 43 casi per 100.000, mentre tra i non vaccinati sale a 272.
Tasso di ricoveri in ospedale tra vaccinati e non vaccinati
In questo grafico relativo ai ricoveri in ospedale si nota come tra la fascia che va dai 30 ai 59 anni, il tasso di ricoveri tra i non vaccinati è quasi 9 volte superiore; tra i 60-79 18 volte superiore, e quasi 7 volte superiore per gli over 80.