Come la propaganda delle lobby influenza l’opinione pubblica
Fake news, propaganda lobbistica e disinformazione. Continua la caduta verticale del ‘pianeta informazione’, che quotidianamente offre uno spaccato desolante a centinaia di milioni di utenti connessi alla Rete. Il mio non è altro che un grido di allarme, condiviso da molti esperti della comunicazione, una calamità spesso invisibile al ‘navigatore qualunque’ che non conosce le dinamiche dell’editoria e le influenze che determinati settori possono avere sulla tempistica delle pubblicazioni. Le ‘piaghe’ prodotte da questo fenomeno nella società sono talmente profonde che sarebbe impossibile per chiunque riassumere in un unico ‘pezzo’ tutte le sfumature del processo di involuzione che sta uccidendo il giornalismo online.
Oggi vorrei farvi riflettere sulla propaganda lobbistica, uno degli strumenti più potenti per manipolare l’opinione pubblica, che si basa principalmente su un’organizzazione verticale strutturata e ben radicata ai ‘piani alti’ dei quotidiani più influenti sui lettori.
Il processo indipendentista in Catalunya e il post elezioni in Italia, sono due esempi palesi di come i gruppi di pressione cercano di influenzare dalle ‘stanze dei bottoni’ l’opinione pubblica per fare i propri interessi.
Negli ultimi mesi ho seguito da molto vicino tutti gli eventi che si sono susseguiti dal 6 Settembre 2017, data in cui si è consumato lo strappo costituzionale tra Catalunya e Spagna, fino alle ultime vicende legate all’insediamento dei due nuovi governi guidati da Torra e Sanchez. Allo stesso modo, ho analizzato il modus operandi dei media nella fase post amministrative in Italia, culminata con la fiducia al governo Conte. In entrambi i casi i gruppi di potere hanno agito in maniera virale tramite la pubblicazione massiva di articoli e social post in cui i fatti sono stati deformati nel tentativo di tirare acqua verso il proprio mulino. Il risultato di queste insieme di pressioni è una realtà deformata, finalizzata a screditare e gettare merda sull’avversario di turno, oltre a polarizzare ulteriormente la società in fazioni inconciliabili.
In Spagna e Catalunya, i gruppi di potere costituzionalisti e indipendentisti hanno creato due strutture propagandistiche opposte, le quali hanno fatto perno sui quotidiani online più letti sulla Rete e sul sostegno di associazioni schierate, oltre al supporto chiave dei gruppi fake sui social network. Il risultato più eclatante ottenuto da questa propagazione ossessiva di contenuti manipolati ad hoc e immagini fuorvianti è stato il coinvolgimento diretto di lettori inconsapevoli di ‘fare il gioco dei padroni’, utenti che si sono trasformati in pedine chiave di uno scacchiere con finalità predefinite dai ‘potenti’.
In Spagna le lobby che sostengono l’indipendentismo hanno trasformato Puigdemont nell’eroe catalano, quelle del costituzionalismo a Rajoy in un eroe nazionale. In Italia le lobby vicine ai piani alti dell’Unione Europea hanno trasformato il contratto giallo-verde in una sorta di colpo di stato, mentre quelle legate al governo giallo-verde hanno fatto perno sulla forza delle community sulle Rete per ottenere un risultato costruito alle Amministrative e decretare il de profundis del Nazareno.
I responsabili principali di questo scempio non sono né le lobby, né gli ingenui lettori, bensì i gruppi editoriali. Gli editori, alimentati dai finanziamenti delle lobby, vendono la propria anima e quella dei giornalisti al servizio di quei gruppi di potere a cui interessa solo ed esclusivamente il proprio rendiconto. Gli effetti di questa piaga informativa sono ahimè sotto gli occhi di tutti, il giornalismo vero è praticamente morto e l’opinione pubblica è addomesticata come gli elefanti al Circo Togni.
Chi ha i soldi ha il potere, ma la nostra onesta intellettuale non ha prezzo.